domenica 29 settembre 2013

Endometriosi: questa sconosciuta

Era da tanto che volevo farlo. Parlare dell'Endometriosi. E' un discorso molto serio e delicato, ma è una responsabilità che voglio prendermi proprio perché se ne parla poco, troppo poco, tant'è che è ancora una malattia sconosciuta, sottovalutata e sottostimata alla maggior parte delle persone, ma anche degli specialisti.
L’endometriosi è una malattia complessa dell'apparato genitale femminile, cronica e poco conosciuta, originata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna dell’utero, chiamato endometrio, in altri organi (ad esempio ovaie, tube, peritoneo, vagina e talvolta anche intestino e vescica).
L’endometriosi è una malattia ormono-dipendente e tutti i mesi, sotto gli effetti del ciclo mestruale, il tessuto impiantato in sede anomala va incontro ad un sanguinamento interno: ciò dà origine a cisti, infiammazioni croniche degli organi nei quali si impiantano questi focolai, cicatrici, aderenze e, in alcuni casi, infertilità.
L’infiammazione di questi tessuti incide pesantemente sulla qualità di vita della donna in quanto, il dolore che l’endometriosi (specialmente quella extra genitale) comporta invalida il normale svolgimento delle attività quotidiane, i rapporti interpersonali e di coppia. (fonte http://www.apeonlus.com/endometriosi.html).
Le formazioni endometriosiche non sono in genere maligne o cancerose: si tratta di un tessuto normale situato in una sede anomala. La trasformazione maligna del tessuto endometriosico è un evento molto raro. Per questo la diagnosi della malattia è molto difficile, perchè non si riscontra la presenza di nessun tessuto anomalo con le normali forme di analisi.
La diagnosi della malattia è lunga e difficile (in media più di 10 anni), la sede dei disturbi è ben lontana dall’apparato ginecologico e i sintomi vengono scambiati per una serie di altre possibili patologie: il dolore cronico viene associato o attribuito alla sindrome del colon irritabile o a stress, dolore ai rapporti sessuali, dolori lombari cronici ed inspiegati, stitichezza alternata a diarrea, sciatalgia presente durante la fase mestruale, potrebbero essere associati ai classici disturbi mestruali.
Per questo è importante affidarsi ad un ginecologo che abbia molta esperienza in endometriosi, poichè questa specifica competenza gli consente di valutare correttamente tutti i dati a sua disposizione, e di giungere ad una diagnosi esatta in tempi brevi. Una diagnosi tempestiva è fondamentale affinché l’endometriosi non possa provocare danni importanti a carico di organi vitali (ad esempio il rene).
Esami che possono fare sospettare la presenza di endometriosi sono: ecografia ovarica transvaginale (che rileva la presenza di cisti), dosaggio del marker Ca125 (attraverso un esame del sangue dà indicazione sulla presenza di infiammazione pelvica) e visita ginecologica manuale (per verificare la mobilità dell’utero ed escludere, ad esempio, la presenza di aderenze). 
La diagnosi di endometriosi la si può avere comunque con certezza solo attraverso un esame chirurgico esplorativo in anestesia totale: la laparoscopia.
Allo stato attuale delle conoscenze scientifiche non esiste una cura definitiva per l’endometriosi, che rimane una malattia cronica, anche se molti progressi sono stati fatti e, sicuramente, rispetto al passato, viene offerta la possibilità di una migliore qualità di vita.
Quando si parla di “cura non definitiva per l’endometriosi” ci si riferisce alla non disponibilità di terapie (mediche o chirurgiche) che possano risolvere per sempre il problema, facendo “scomparire” la malattia e le sue lesioni. 
Le terapie possibili, ad oggi, sono mirate al controllo della progressione della malattia, alla riduzione della probabilità di recidiva (per esempio dopo gli interventi chirurgici) e soprattutto ad alleviare i sintomi, cioè a contenere il dolore nelle sue varie manifestazioni e/o a contrastare l’infertilità. (fonte http://www.endoassoc.it/LAMALATTIA/Terapie.aspx)

Ma perchè vi parlo dell'Endometriosi e proprio oggi????
Perchè oggi sono esattamente 4 anni dal mio intervento di laparoscopia diagnostica.
La prima volta che ho sentito parlare di Endometriosi è stato nel marzo del 2007, ricordo esattamente quel momento, e ho capito subito che non era niente di buono, ma era comunque una risposta.
Cercavo una risposta da molti anni, da quando ero poco più di una bambina, e mi ero stufata di stare sempre male, di vedere le altre ragazze che quei "giorni del mese" li passavano come se fosse vita normale, e io no, ed ero davvero stanca di vedere la sofferenza negli occhi dei miei familiari quando mi dovevano accudire nei momenti in cui stavo più male. 
Così mi sono recata nello stesso ospedale dove anni prima siamo nati io e i miei fratelli, che ha un reparto di ginecologia e ostetricia che già negli anni '80 (quando sono nata io) era tra i più all'avanguardia in Italia. Volevo solo controllare come era la situazione e vedere se sarebbero riusciti a dirmi qualcosa di diverso dai mille ginecologi da cui ero già stata. Quindi con una semplice visita è iniziato tutto il mio percorso.
Sono stata indirizzata nel Centro delle Algie Pelviche del reparto e da li ho iniziato tutte le visite specialistiche per analizzare il mio stato e se eventualmente le mie condizioni dipendessero dalla fantomatica Endometriosi. 
Di solito alla parola Endometriosi si associano sempre fertilità/sterilità. La sterilità colpisce il 30-40% circa delle donne con endometriosi ed è un esito comune con il progredire della malattia. Potete immaginare la preoccupazione che aleggiava nel mio cuore e ho tenuto per me questa informazione per non preoccupare ulteriormente la mia famiglia. Dopo due anni di cure a base di ormoni, che hanno portato non poco scompiglio nella mia vita (ci sono voluti 6 lunghi mesi di sofferenza e altrettanti diversi farmaci solo per trovare quello adatto a me, che mi hanno fatta entrare e uscire dall'ospedale nelle ore più impensate del giorno e della notte con emorragie e disturbi vari...), innumerevoli ecografie, analisi del sangue, isteroscopie, risonanza magnetica ecc. ecc. ancora non si era riuscito a scovare nessun focolaio di endometriosi! Così l'unica soluzione rimasta era solamente l'operazione in laparoscopia. E' un intervento poco invasivo, in anestesia totale, ma che ha una degenza in ospedale di massimo 3 giorni e la ripresa è rapida e le cicatrici sono poco visibili. 
Ero così convinta di avere l'Endometrosi che non mi capacitavo di come fosse possibile non trovarla! La preparazione all'intervento è durata un mese ed è stato molto stressante! Mi hanno rimandato due volte la data dell'intervento, ho fatto mille analisi e visite specialistiche e intanto l'ansia aumentava.
Alla fine nonostante la paura di subire un intervento, si tratta sempre di anestesia totale!, non vedevo l'ora che arrivasse quel giorno per sapere!
Quel giorno è arrivato, il 29 settembre, e l'intervento è andato molto bene! Solo che quando mi sono ripresa dall'anestesia non volevo credere alle mie orecchie: io NON ho l'Endometriosi! Soffro di Adenomiosi, la "cugina buona" dell'Endometriosi, le cellule endometriosiche si localizzano nel miometrio, la parete muscolare dell’utero senza uscirne. I sintomi più comuni dell'adenomiosi sono cicli mestruali molto abbondanti e dismenorrea (dolore durante la mestruazione), tutti gli altri miei sintomi, che erano stati associati all'Endometriosi, erano invece dovuti ad una appendicite cronica latente che aveva colpito la parte bassa dell'intestino. Durante l'intervento, oltre a "ripulire" i focolai di adenomiosi, mi è stata tolta l'appendice malata, tutte le aderenze che mi aveva creato e ricostruito il tratto di intestino a cui si era ancorata. Sono stata 5 giorni in degenza all'ospedale, poi a casa un altra settimana circa tra letto e divano e poi piano piano ho cominciato a riprendermi completamente. Ora sono sempre in cura nel Centro Endometriosi e Algie Pelviche e faccio parte di uno studio sulle giovani donne affette da dolore cronico. Vado a visita ogni 3 mesi e continuo la mia terapia, perchè l'adenomiosi è meno grave, ma è comunque recidiva e non è detto che in futuro si trasformi in Edometriosi, ma la mia vita è completamente cambiata dall'intervento! Sono 4 anni che sto molto bene, come non lo ero mai stata, non convivo più col dolore quelle poche volte che si ripresenta ho imparato a domarlo. Ringrazio il Centro in cui sono in cura, il mio ginecologo (che è un santo!) e tutte le sue collaboratrici, compresa la psicologa, che mi hanno sopportata e supportata, sono una paziente molto "impaziente" e soprattutto durante il ricovero sono stata una palla al piede, ma loro sono stati la mia rinascita, sono stata fortunata, molto fortunata.
Sono stata indecisa fino all'ultimo se pubblicare la mia storia, perchè io sono stata davvero fortunata, ho aspettato "solo" pochi anni in confronto ad altre donne, ho avuto sostegno, non mi sono mai sentita sola e soprattutto perchè non ho l'Endometriosi. So che molte altre donne non sono così fortunate, ho letto tante storie toccanti e ho conosciuto donne meravigliose in ospedale, che continuano a convivere con il loro dolore fisico e psichico, e di questo mi sento un pochino in colpa, ma alla fine ho deciso di farlo perchè l'Endometriosi è una malattia ancora troppo sconosciuta! Con il mio contributo voglio unirmi a tutti quelli che ogni giorno si battono contro l'ignoranza, la disinformazione e l'approssimazione che aleggia ancora intorno alla malattia nonostante l'altissimo numero delle donne in età fertile che ne sono affette in Italia. Le donne che ne sono affette senza saperlo sono considerate esagerate, ipocondriache, con una soglia del dolore troppo bassa, sono considerate viziate e solo in cerca di attenzione, molte vengono curate anni e anni con psicofarmaci perchè nessuno si accorge che non è una condizione psichica, ma una vera e propria malattia, vengono umiliate, derise, in primis da ginecologi incompetenti. Il dolore di una donna non deve essere ignorato. L'Endometriosi è una malattia invalidante, nel corpo e nell'anima, e ogni donna a diritto ad essere ascoltata, capita, curata, assistita, soprattutto dalle nostre istituzioni. E' una malattia invalidante, che discrimina le donne e le penalizza sul lavoro, solo recentemente è entrata a far parte delle malattie invalidanti per l'Inps, anche se si sta ancora lavorando per i criteri di riconoscimento dell'invalidità. Le donne affette devono comunque pagarsi tutte le cure, ticket e medicinali vari senza nessun tipo di aiuto economico da parte del Servizio Sanitario Nazionale. Per questo si cerca di parlarne il più possibile, perchè alle istituzioni risuoni il peso di un problema così grave che affligge tantissime donne in Italia e in Europa.
Queste mie poche parole, il racconto della mia esperienza, sono solo una goccia nel mare della speranza! Sono stati anni lunghi, difficili, con un percorso spesso doloroso per me e la mia famiglia, ma non bisogna arrendersi, non bisogna fermarsi al primo medico, non bisogna lasciarsi prendere dallo sconforto. Se si hanno determinati sintomi bisogna insistere nell'esprimerli al nostro medico e non bisogna accontentarsi se non siamo soddisfatti della scarsità di analisi che hanno portato con trascuratezza a una diagnosi non curata. Non bisogna spaventarsi di tutte le visite, le analisi, di tutte le persone che ti toccano e guardano dentro di te. Non bisogna avere paura degli interventi chirurgici, bisogna trovare la forza di andare avanti fino alla giusta diagnosi e soprattutto non bisogna avere paura di lasciarsi aiutare! Ci sono centri in tutta Italia dedicati all'Endometriosi che fanno un lavoro impagabile e sono aperti a tutti!
Spero davvero che questa mia piccola testimonianza possa servire a qualcuno, perchè io sono stata aiutata e se ce l'ho fatta io ce la può fare chiunque!
Qui sotto lascio un pò di link di siti di associazioni da cui poter carpire molte informazioni e contatti necessari.
Se qualcuno avesse bisogno di maggiori informazioni circa il Centro in cui sono cura io non esiti a contattarmi.


Vi segnalo inoltre il sito di una donna molto coraggiosa, nelle sue parole e nei suoi due libri ha urlato tutto il suo dolore, nel sito la testimonianza di tante altre donne. Non restiamo nel silenzio, divulghiamo tutti la conoscenza dell'Endometriosi!

Grazie a tutti dell'attenzione!!!

giovedì 26 settembre 2013

Cucina dal mondo: Cena messicana

Il nostro giro intorno al mondo oggi ci porta direttamente oltreoceano, in Messico. E' un luogo incantato, vorrei tanto visitarlo un giorno....mi immagino colori, musica e profumi inebrianti nell'aria, sole e sorrisi. 
La cucina messicana poi mi ispira tantissimo! La loro cultura culinaria gira intorno al mais, al peperoncino e alla carne....tutte cose che adoro!
Così dopo tanto tempo che volevo provare a cimentarmi in qualcosa di messicano ma fatto a casa, grazie al famoso librino di ricette dal mondo, ho sperimentato, gustato e apprezzato qualcosa di tipico e diverso dal solito. Devo dire che anche la mia famiglia ha apprezzato, ottimo motivo per riproporla e sperimentare in futuro qualche altro piatto.
Di seguito vi mostrerò i piatti che ho preparato, con le relative ricette, qualcosa è stata acquistata pronta, come i Nachos e le Tortillas, perchè la prima volta non posso sperimentare proprio tutto home made, ma proverò sicuramente a farle da me prossimamente...
Le foto non sono perfette, ma avendo mille cose da fare è stata già un impresa scattarne qualcuna decente. 
Sperando che questo viaggio tra colori e sapori vi porti dritti nel cuore dell'America centrale, vi auguro buona visione!

Cena messicana

 




Nachos con salsa al peperone
I nachos sono uno snack molto popolare, tipico della cucina tex mex. Tale pietanza nacque a Piedras Negras, poco oltre il confine con il Texas, inventati da Ignacio Anaya, detto Nacho, nel 1943.
Ingredienti:
1 confezione di patatine di mais (nachos)

Per la salsa al peperone 
4-5 pomodori sodi e maturi
1 peperone 
1/2 cipolla rossa
sale q.b.
tabasco q.b.
paprika dolce q.b.
1 cucchiaino di zucchero
1 cucchiaio di aceto balsamico

Preparazione:
Pulire e spellare i pomodori, tagliarli a cubetti eliminando acqua e semini interni.

Tagliare la cipolla a piccoli pezzi

Tagliare anche il peperone a cubetti, eliminando i semini interni.

Mettere tutti gli ingredienti in un pentolino, compreso una punta di tabasco (non esagerate perché è veramente forte!), l'aceto, lo zucchero, la paprika.
Far cuocere a fuoco basso per circa 15-20 minuti o comunque finché risulterà densa e compatta. Aggiustare di sale e se occorre aggiungere una puntina di tabasco (solo se siete amanti del fuoco ;-)!!!)
Servire la salsa in una ciotolina da mettere accanto o al centro di un grande piatto su cui adagiare i nachos.

 Chili con carne alla Tex Mex
Il chili o chili con carne è un piatto della cucina tex mex, molto comune negli Stati Uniti, originario del Messico. La sua origine e anche la sua definizione sono contrastanti.
Ingredienti:
350g di bocconcini di manzo
1/2 cipolla rossa
1/2 bicchiere di passata di pomodoro
4-5 pomodori sodi e maturi
1 spicchio d'aglio
1 scatola di fagioli rossi kidney
1/2 cucchiaio di origano
1 foglia di alloro
1 pizzico di cumino
1/2 cucchiaino di peperoncino in polvere
Olio evo q.b.
Sale q.b.

Preparazione:
Soffriggere l'aglio e l'olio e farci rosolare la carne a fuoco medio.
Aggiungere la cipolla, l'alloro, la passata di pomodoro e i pomodori spellati e tagliati a cubetti. Mescolare, portare a ebollizione e abbassare la fiamma.
Coprire con un coperchio e cuocere finché la carne risulterà morbida e il sugo si sarà ridotto.
Unire i fagioli sgocciolati, le spezie e sobbollire pochi minuti. 
Servire caldo. 

 Tacos al manzo
I taco sono delle tortilla messicane piegate su se stesse, farcite con diversi ripieni, soprattutto carne macinata e verdure. Sono amate in tutto il mondo per la varietà della preparazione (tortillas più o meno croccanti) e dei condimenti.
Ingredienti
250g macinato di manzo
 1/2 cipolla
1 pizzico di peperoncino in polvere
1 cucchiaino di coriandolo in polvere
olio evo
sale q.b.

Preparazione:
Riscaldare l'olio in padella e aggiungere la carne trita e la cipolla.
Far rosolare a fuoco medio per 3 minuti finchè buona parte del liquido non è evaporato.
Unire il peperoncino e il coriandolo.
Eccola pronta:

Verdure per farcire:
1 scatola di mais
2 carote grattugiate
1/2 cespo di lattuga tagliato finemente
1 peperone tagliato a listarelle
Salsa al peperone

Preparazione taco:
Riscaldare una padella antiaderente, prendere una tortilla dalla confezione e scaldare sulla pentola come se fosse una piadina da ambo i lati, stando attenti a non bruciarla. Togliere dalla padella e quando è ancora calda ripiegarla con le mani a creare una "tasca". NB: è un operazione che va fatta prima che sfreddi perchè altrimenti indurisce un pochino e non si può più piegare, quindi ATTENZIONE a non bruciarsi!
Oppure si può usare il forno: preriscaldato a 180°C. Sistemate si taco nella parte alta del forno per evitare che si chiudano completamente durante la cottura. In alternativa seguire le istruzioni della confezione.
Eccoli pronti da farcire:

Farcire i tacos con la carne nel fondo, le verdure a piacere e un'abbondante cucchiaiata di salsa al peperone. 

 E' un esperienza culinaria davvero appagante e di grande convivialità, il fatto di intingolare e lasciare che siano i commensali a scegliere gli abbinamenti di gusti e colori è un modo bellissimo di divertirsi e stare bene a tavola insieme.

Non vedo l'ora di sperimentare nuove ricettine in una nuova cena messicana...chi vuole venire????




mercoledì 18 settembre 2013

Sapori d'oriente: seconda tappa! Riso nero con gamberetti e calamaretti



Prosegue il viaggio culinario nei sapori che arrivano da altre parti del mondo, naturalmente con il mio tocco personale!
Il piatto che propongo oggi è a base di Riso Venere, un tipo di riso che avevo sempre visto ma che non avevo mai avuto occasione di provare. 
Il Venere è un riso dal chicco piccolo e profumato, con un aroma che ricorda il pane appena sfornato, tipico dei risi orientali. L’aroma lo si percepisce annusando da vicino i chicchi crudi e diventa sempre più incisivo grazie all’azione del calore della cottura. Il riso Venere appartiene alla classe Japonica. Il colore del chicco è ebano, mentre quello delle spighette tende al grigio. La pigmentazione scura del prodotto finito è data dalla presenza di un pericarpo (l’involucro del seme) nero. I pigmenti presenti sullo strato esterno appartengono alla classe dei metaboliti antiossidanti. Il prodotto è un riso integrale che non viene sottoposto ai trattamenti che lo privano dei tegumenti. Infatti, grazie ad un diverso tipo di macinatura viene rimossa esclusivamente la buccia, parte non edibile del prodotto, permettendo così di ottenere un riso più ricco e stabile in nutrimenti. È considerato un’importante fonte di fibre. 

In Cina, il riso nero, esiste da molto, ma per le difficoltà di coltivazione era riservato, sino all’Ottocento, alle tavole dell’Imperatore e della sua corte. In Italia non era mai arrivato prima per la difficoltà della varierà ad adattarsi ai climi nostrani. La leggenda narra che fosse apprezzato alla corte degli antichi imperatori, unici consumatori del tempo, per la sua rarità. Infatti la diffusione nelle colture era limitata a causa della ridotta produttività di questa pianta. Ancora oggi in Cina il riso nero è considerato un alimento prezioso ed è consumato da persone anziane, da gestanti, da malati per la ricchezza di proteine e di sali minerali (ferro, manganese, selenio). (fonte http://www.risovenere.it/riso-venere/)
In italia è coltivato in particolari zone della Pianura Padana ed è una varietà ottenuta dall'incrocio di un riso integrale già presente sul territorio padano e una varietà importata dalle filippine intorno alla metà degli anni '90.
L'odore di "pane appena cotto" che si sprigiona per casa durante la cottura è qualcosa di inebriante e il sapore molto rustico, integrale è tanto particolare quanto piacevole. Abbinarlo al pesce poi e una scelta azzeccatissima! Una nuova sperimentazione e un nuovo prodotto che non abbandonerò! 

Riso nero con gamberetti e calamaretti



Ingredienti per 4 persone
250g riso nero venere
100g gamberetti sgusciati
100g calamaretti puliti o 1 confezione di preparato di pesce surgelato per risotto 
5g zenzero fresco grattugiato*
2 cucchiai salsa di soia
olio evo q.b
sale q.b.

*io non avevo lo zenzero, l'ho sostituito con buccia di limone e un pizzico di peperoncino, lo so non è proprio la stessa cosa ma non trovo zenzero neanche a pagarlo oro!

Preparazione:
Cuocere il riso in acqua bollente salata per 18-20 minuti.
Pulire i calamari o far scongelare il preparato.

In un wok con poco olio far saltare i calamari per pochissimi minuti. Salare.

Preparare una marinata con 2 cucchiai di olio, due cucchiai di salsa di soia e lo zenzero (oppure come ho fatto io con la buccia di mezzo limone e un pizzico di peperoncino). 

Marinare i gamberetti per circa 20 minuti. 
Scolare i gamberi e tenere la marinatura.

Scolare il riso e quando è ancora caldo aggiungere i gamberetti per farli cuocere con il calore del riso.
Incorporare al riso i calamaretti e condire con la marinata.




Semplice e d'effetto, e un sapore che non si trova altrove! 

lunedì 16 settembre 2013

Colors and food: ricetta d'ispirazione! Raviolone di patate e pecorino con tuorlo fondente e salsina di pomodoro fresco

Quando ho visto la puntata di Masterchef 2 Italia, dove lo Chef Marcattilli ha presentato la sua ricetta del raviolo col tuorlo, ne sono rimasta così colpita che ho registrato la puntata e l'ho rivista un bel paio di volte. La convinzione era sicuramente quella di provarla un giorno.
Poi esce il Colors and food di settembre, tema rosso, giallo e uovo, e la lampadina che si accende nel mio cervellino ha la forma di un raviolone...
La ricetta che propongo non è sicuramente l'originale, ma il frutto di una mia personalissima rivisitazione in chiave più colorata e se vogliamo leggera, manca il tocco del tartufo, che non è un prodotto tipico della mia zona e che tra l'altro non amo particolarmente, ma non manca di certo il sapore...posso dire solo una cosa: mamma che buono!!! Se consideriamo che un raviolo è una porzione e io ne ho mangiati due di seguito si può capire che ne son rimasta davvero soddisfatta.
Non me ne voglia il rinomato Chef inventore della ricetta, ma modestamente anche la mia versione non è niente male! 
Ringrazio come sempre il Colors and food che per me è fonte inesauribile di ispirazione e quando riesco partecipo con soddisfazione! ;-)

Raviolo di patate e pecorino con tuorlo fondente e salsina di pomodoro fresco


Ingredienti per 4 ravioloni:

Per la pasta
200g di farina
1 tuorlo
1 pizzico di sale
3-4 cucchiai di acqua calda
1-2 cucchiai di acqua fredda

Per il ripieno: 
4 patate piccole
2 cucchiai di latte
1 pizzico di sale
1 pizzico di noce moscata 
pecorino stagionato
1 nocina di burro
1 spicchio d'aglio 
4 tuorli
olio evo

Per la salsina:
4-5 pomodori sodi e maturi
1 piccola cipolla o mezza grande
1 spicchio d'aglio
2-3 foglie di basilico
sale, pepe q.b
olio evo

Procedimento:
Bollire le patate in una pentola partendo da acqua fredda a cui aggiungere un pizzico di sale grosso.
Preparare la pasta. Setacciare la farina in una ciotola con il sale e il tuorlo con una forchetta. Aggiungere 3-4 cucchiai d'acqua calda poco per volta fino ad ottenere un impasto molto sodo. Far riposare per 5 minuti. Incorporare 1-2 cucchiai di acqua fredda. Trasferire sul piano di lavoro e lavorarlo per 10 minuti per ottenere un impasto liscio. Avvolgere la palla in un panno umido e lasciarlo riposare 30 minuti in frigo.

Nel frattempo preparare la salsina di pomodoro.
Lavare e pelare i pomodori (i miei sono dell'orto di casa!)



Tagliare a cubetti piccoli senza eliminare semini e parte liquida. Tagliare grossolanamente una cipolla piccola e in una padella rosolare con olio e l'aglio schiacciato. Unire il pomodoro e due foglie di basilico.


Quando l'acqua di vegetazione si sarà assorbita togliere l'aglio e frullare il pomodoro in un mixer o con un frullatore a immersione per ottenere una salsa liscia. Rimettere in padella.

Mettere in acqua ghiacciata le patate, che nel frattempo saranno cotte, e sbucciarle. Tagliare a tocchetti e ripassare pochi minuti in padella con una nocina di burro e uno spicchio di aglio schiacciato.

Mettere le patate in una ciotola e schiacciarle con una forchetta, aggiungere latte quanto basta per rendere il composto morbido e un pizzico di noce moscata e un filino di olio.

Aggiungere abbondante pecorino stagionato in scaglie o grattugiato.

 Assaggiare il ripieno e se necessario aggiustare di sale.

Prendere la pasta dal frigo, lavorarla leggermente e con l'aiuto di un matterello e della macchinetta stenderla alla misura più piccola in modo che sia il più sottile possibile.

Ricavare due dischi di circa 18 cm di diametro.

Adagiare all'interno di un disco una cucchiaiata di ripieno e ricavano un incavo.

Rompere un uovo e separare l'albume (che andrà conservato!) dal tuorlo, adagiare il tuorlo nell'incavo creato nel ripieno.

Spennellare i bordi con l'albume e posizionare sopra un altro disco facendo aderire perfettamente con le dita i bordi dei due dischi e cercando di far uscire tutta l'aria.

In acqua bollente salata far cuocere i ravioloni uno alla volta per 1 minuto e mezzo, massimo 2, per evitare che il tuorlo solidifichi.
Rimettere sul fuoco la padella con la salsa di pomodoro e far riscaldare qualche secondo. Metterne due cucchiaiate su un piatto, adagiarci sopra il raviolo e altra poca salsa. Completare con scaglie di pecorino e un filo d'olio a crudo. Ecco il mio bellissimo raviolone!

Ed ecco la prova taglio!

 La cremosità del tuorlo liquido si sposa a meraviglia con la dolcezza delle patate e la freschezza della salsa di pomodoro fresco! Magnifico! Da fare e rifare! Nella speranza di avervi fatto arrivare la sensazione che ho provato io, vi rimando alla prossima ricetta! ;-)

Naturalmente con questa ricetta partecipo al Colors and food di Settembre:



Inoltre Con questa ricetta partecipo al contest “Pastissima” di Chezuppa.it:



Con questa ricetta partecipo a Voglia di...Pasta!:


mercoledì 4 settembre 2013

La lasagna che sa di estate e scorci di Sardegna

Vivere in Sardegna è già una meraviglia di per se, vivere in Sardegna d'estate è un privilegio che si paga da solo. Sicuramente non è la prima volta che lo dico, ma godersi anche pochi giorni in luoghi paradisiaci senza spostarsi troppo da casa (e soprattutto vivendoli low-cost!) è un vantaggio impossibile da sfruttare. E' comunque un isola, questo è quello che principalmente limita le prospettive di spostamento, ma considerando che dopo averla esplorata in lungo e in largo continuo a scoprire ancora nuove meraviglie e che ancora a emozionarmi sono comunque sempre i luoghi che porto nel cuore, beh non mi pesa affatto vivere "rinchiusa" dal mare! 
....e per andare fuori ci sono sempre i voli low-cost! E soprattutto ci vuole cervello! Si può andare fino in capo al mondo senza spendere una fortuna! Io ci credo! Perché sono una che viaggia con intelligenza....
Tutto questo per mostrarvi Tavolara...uno dei posti più incantati che io abbia mai visto! Un isola nell'isola...un posto che spunta così, nel mare e dalla terraferma Tavolara si offre, nelle sue diverse prospettive, come una piramide, oppure come una montagna dalle pareti di roccia bianca a picco sul mare, o ancora come una collina coperta dalla vegetazione. La vista migliore???? A mio parere quella da Capo Coda Cavallo. Andarci????!!! Una delle cose da fare almeno una volta nella vita!
Per rendere meglio l'idea vi mostrerò delle foto, scattate da me proprio poche settimane fa....


Tavolara da Porto San Paolo (OT)
Tavolara da Porto Taverna (OT)

Tavolara da Cala Girgolu (OT)

Tavolara da Cala Girgolu (OT)
Tavolara da Porto San Paolo (OT)

Tavolara da Cala Dorata (OT)

Tavolara (dietro) e Molara da Capo Coda Cavallo (OT)

Tavolara da Capo Coda Cavallo (OT)

Tavolara da Porto San Paolo (OT)

Tavolara dalla SS 125 verso Olbia (immagine da internet)

Tavolara (e Molara) viste dall'alto (immagine da internet)

Vale la pena di venire a farci un giretto non credete????

Tornando alla ricettina di oggi, vi propongo una lasagna freschissima! Sapore delicato e intenso allo stesso tempo, un mix di ingredienti e sapori tipici dell'estate che si sposano molto bene in un primo piatto ottimo caldo fumante, ma altrettanto gradevole a temperatura ambiente e freddo di frigo. Il sapore amaro intenso del radicchio potrebbe disturbare a chi non lo ama, quindi se credete possa dare fastidio potete tranquillamente ometterlo,  ma se come me lo amate alla follia non potete sicuramente farne a meno!
E' una ricettina un pò lunga e ci vuole una buona mezzoretta di forno acceso, ma se ne fatte in abbondanza e la mettete in freezer per goderne nei mesi più freddi non vi pentirete di certo! 
Ora penso di aver parlato abbastanza, quindi vi lascio alla ricetta... ;-)


Lasagna estiva

Ingredienti:
1 confezione di lasagne
2 melanzane piccole o 1 grande
2 ceppi di radicchio piccoli o 1 grande
20 pomodorini ciliegino
1 e 1/2 di prosciutto cotto o arrosto
1 etto di parmigiano grattugiato
1 spicchio di  Dolcesardo o formaggio a pasta molle*
4 mozzarelle
10 foglie di basilico fresco
olio e sale q.b.

Per la besciamella:
1/2 litro di latte
1 noce di burro
4-5 cucchiai di farina
2 cucchiai di olive verdi denocciolate
2 acciughe
Sale, pepe


*Il Dolcesardo è un formaggio tipico della Sardegna prodotto da una nota azienda casearia di Arborea. E’ un formaggio a pasta molle bianca, gusto dolce, delicato e aromatico di latte vaccino intero pastorizzato, proveniente da allevamenti selezionati della Sardegna. E' difficilmente reperibile nel resto d'Italia e per il suo sapore unico, introvabile altrove appunto, viene venduto benissimo on-line e i turisti ne fanno scorte da portare via.
e tante recensioni del prodotto qui: http://www.ciao.it/Opinionisulprodotto/Dolce_sardo__50365

Procedimento:
Mettere a bollire l'acqua per sbollentare le lasagne.
Nel frattempo lavare e mondare il radicchio, asciugarlo e tagliarlo a listarelle.
Tagliare a fette le melanzane e grigliarle, oppure come faccio io nel piatto doratore del microonde con un giro d'olio evo e una spolverata di sale, a 850w + grill per 12-15 minuti.
Tagliare a cubetti le mozzarelle e il formaggio Dolcesardo.

Preparare la besciamella nel modo tradizionale.

Non deve essere troppo soda, ma nemmeno troppo liquida, una via di mezzo. 
Sminuzzare con una mezzaluna olive e acciughe e aggiungerle alla besciamella.


Aggiustare di sale facendo attenzione perchè ci sono le acciughe già salate e aggiungere abbondante pepe.
Preparare tutti gli ingredienti su un piano di lavoro e sbollentare le lasagne, 2-3 alla volta, nell'acqua bollente a cui andrà aggiunto sale e un filo d'olio per non farle attaccare tra loro.
(Attenzione: non buttare l'acqua!)

Comporre la lasagna:
Ungere il fondo della teglia con una cucchiaiata di besciamella.

Adagiarci sopra le lasagne sbollentate...

...un cucchiaiata di besciamella...

...qualche fettina di melanzana...

...una manciata di radicchio...

...pezzetti di prosciutto...

...qualche pomodorino tagliato in quarti...

...poi aggiungere qualche oliva, cubetti di mozzarella e Dolcesardo, qualche fogliolina di basilico, un'abbondante manciata di parmigiano e un filo d'olio evo.

Continuare gli strati fino a esaurimento degli ingredienti

Prima di mettere in forno, aggiungere alla lasagna una tazza di acqua dove sono state sbollentate le lasagne.
Cuocere in forno a 180°C per 30-40 minuti, controllando di tanto in tanto che non si secchi troppo, se  così dovesse essere aggiungere altra acqua fino a cottura ultimata.




E' davvero eccezionale! Vale la pena provarla per non abbandonarla più!
Ringrazio per avermi inspirato questa ricetta Rosa, cara amica di famiglia, che non ama particolarmente cucinare, ma che sa piacevolmente stupirmi!
Colgo l'occasione per ringraziare anche tutte le persone che mi seguono qui sul forum e nella pagina FB, sono molto contenta e orgogliosa dell'affetto dimostratomi! Grazie e alla prossima ricettina!!!


Con questa ricetta partecipo a Voglia di...Pasta!: